Archivio della categoria: een plek met dikke wortels

Il solleticare delle montagne

Ieri mattina mentre sorseggiavo il primo caffè, rigorosamente della moka, inavvertitamente nel prendere il posacenere dal lavabo ho urtato la tazza del caffè facendola finire sul pavimento. A casa avevo solo tre tazze, ora ne ho due, una rossa e l’altra gialla, quella verde mi si è rotta. Quando si rompe qualcosa può essere di buon auspicio, a volte anche disfacendosene per non conservare il trauma. Secondo Il Kintsugi, risanandola con dell’oro, insegnerebbe ad accettare e accogliere le nostre ferite anziché rimuoverle, trasformandole in punti di forza. Raccolti i cocci, ho sentito immortalarli dentro un contenitore che sembrava lì ad aspettare. Per me la bellezza è sentimento, un racconto vivo. Il valore dell’opera deriva dal vibrare della stessa, quando è reale suscita emozione, autentica luce. Questo potrà sembrare soggettivo, tutto può riprendere valore, dipende solo dall’angolazione. / Scale del sapere, Porta delle Soluzioni, Colorazione semi per un mare di sole.

arte involontaria
alla corte dei sogni mezzanine living arte involontaria 2
la porta delle soluzioni catania visionaria
arte involontaria uso e riuso della materia colorazione semi

Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita. (Albert Einstein)

A place with thick roots

Questa luna non mi lascia dormire, così piena, luminosa, muove le ombre sopra gli alberi, le nuvole azzurre rallegrano la notte, l’aria frizzante, stravagante temperatura per il periodo, sembra autunno, gli odori mi riportano indietro, boschi, grossi tronchi, immense porzioni di foglie sul suolo, fanno l’amore con la terra, fino a divenire terra, pesche mature, succose assaggio. Mi sveglio, mi affaccio, la macchina posteggiata sotto casa, sopra e sotto casa di altre persone che dormono, sognano, pregano, si lamentano con la vita, dalla mia finestra un canto di preghiera è rivolto alla notte, gli alberi circondano il posteggio della sostare, il vento inizia a muovere le tende, mi bacia mentre scrivo. Questa luna così piena, luna di preghiera, di desiderio, luna che guida popoli lontani, impossibile non notarla, non far riferimento al cielo, al mistero, alle stelle, alle anime che ci guidano, al respiro dei mondi, alle montagne, agli oceani che lo nutrono, fino ad arrivare libero al nostro cuore, a raccontarci quanto di vero c’è tra i fogli di quel giornale che leggiamo dopo il caffè, in fila dietro un bancone a trovare poesia in una colazione, mentre un chicco di rugiada saluta una foglia appena nata di ciclamino. Sogno un rifugio, un luogo tra folte radici, pietra antica, acqua di sorgente. Terre di Martorina è una lunga storia, forse ancora più profonda di quello che si vuole immaginare, un’isola in mezzo ad un mare che ha lasciato le sue cavità, all’aria. Paleolitico, Neolitico, sacre scritture, antica mura sigillano suoni di misteriosi volatili, danzano tra gli echi di quella cava. Penetrante vibrazione si avverte all’ingresso della tenuta, primi insediamenti del 500 costruiti sopra altra pietra, ma ancor prima altra pietra, altre tombe, altre civiltà.