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kindred

Poche volte sono riuscito a dare un addio, anche se in parte un distacco momentaneo, apparente sovrasta il quotidiano. Inutile allungare con urla dal cortile dei giochi, o affacciarsi attraverso gli occhi che ti accudiscono dai primi piani, non desidero parlare nemmeno degli incontri all’ingresso del palazzo dove sono nato, non desidero avvicinarmi a nessuna frase pronunciata, perché dovrei equipaggiarmi per navigare in alto mare, una cosa però desidero fare, provare a ricordare pochi attimi infiniti. Lui anziano ingegnere, lei nobile donna di altri luoghi, sempre insieme, sempre amorevoli, sempre inseparabili, sempre come il primo giorno, fino a quando lei prima, lui dopo, si sono rincontrati dove il corpo non porta peso.

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Ieri notte, di fronte il mio garage, mi aspettava un pezzo di questa storia, tre sono le gambe, due sono i piani, ora ho un camino a casa, anche se poco comprensibile, amo gli anziani, sono la nostra storia, e dalle buste della spesa, fino ad arrivare allo scambio di calore, mai nessuno manca dentro il mio tepore.

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