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Spring

 

spring

Detesto le persone potenti di carta, amo le persone influenti di spirito, poggio gli occhi su pietra scolpita dal cuore, come acqua fluisce nel mio interiore, non oso parlare di grandi cose, mi limito ai piccoli gesti, mi sento libero e anche in pericolo, non mi fido del corrotto, mi fido dell’uomo che ha scelto come moneta la parola, sono debole quanto basta, il ricordo mi da forza, mi eleva mi perdona e mi bastona, non cerco che salvezza attraverso la dolcezza, esprimo vento di cambiamento, sono solo e in compagnia non sono una spia, sento parlo guardo, ma prima ascolto. Ascolto uno spazio dove tutto è presente, mi immergo calmo la mia mente, entro in più stanze, scivolo nell’attimo, lascio le mie impronte sulla sabbia, le fotografo e le appendo senza rabbia. Non scrivo merce da decifrare cerco solo spiegare, cosa può sembrare, tutti corrono, si lamentano, accusano, tutto fanno, ma mai si guardano, intanati dentro murati cavalcano la propria ombra come stallieri servono limitati scudieri, sono tutti servi, basta pensare, sanno solo recitare un pane senza grano, un padre senza figli, una famiglia senza eredi. Parole salate fanno di un lago una goccia d’oceano, non mi illudo faccio solo scudo, rifletto le angherie di chi vuol perseverare nel danneggiare, di chi si vuol colorare senza mai ascoltare perché nel suo cuore il denaro deve restare, come una moneta può bastare per ricominciare, senza mai badare a chi di interessi e valutazione ci ha rimesso la reputazione, senza mai commettere una azione. Scrivo di un popolo che si è fidato, ed è stato ringraziato con un mondo truffato, chi la vita si è levato, chi grida ha lanciato, come me ha denunciato, non si è risparmiato ed ha lottato per come insegnato per salvare il barato. Non ha utilizzato armi, sono le prime a tirare contro, non ha usato schiaffi sono i primi a mollare rimpianti, ha solo nuotato dentro un mare ripagato da onde di sudore dimostrato per correggere il malandato.